Fu la Montagna Sacra degli Etruschi. Vissuta dai Romani soprattutto per le i numerosi centri termali che qui troviamo , ebbe un periodo di grande sviluppo a seguito della dominazione Longobarda. L’Abbazia di San Salvatore, la Bibbia Amiatina, gli innumerevoli castelli eremi e pievi, sono i simboli di un passato importante che a visto l’Amiata terreno di scontro e dominio di grandi potentati. I Monaci Benedettini, gli Aldobrandeschi (una delle famiglie comitali più importanti tra basso e alto medioevo) e poi la Repubblica di Siena, i Medici di Firenze, gli Sforza di Milano. Tutti hanno lasciato un traccia del loro passaggio sul territorio. Gli statuti concessi a più riprese ai fieri popoli, valorizzavano le culture dell’oliva e della castagna grazie alle quali raramente si soffrì la fame. Di grande rilievo l’epopea legata allo sfruttamento minerario che ha marcato oltre un secolo di storia e che oggi è rappresentato nei vari musei della miniera. In epoca moderna l’alone di sacralità dell’Amiata è stato alimentato dalle vicende legate a David Lazzaretti (il Cristo dell’Amiata) e alla comunità Tibetana di Merigar che qui venne fondata negli anni ’80. Anche un artista quale Daniel Spoerri ha scelto l’Amiata per il suo straordinario giardino. A questo si affianca la cultura del cibo. Vino, olio, castagne, funghi, formaggi, prodotti da forno, rappresentano l’espressione di una cultura che si e forgiata sotto al forza delle dominazioni dell’uomo e dell’azione di una natura bella per quanto dura.